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Il segmento testuale Santo Stefano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 80Entità Multimediali , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 813

Brano: [...]ste un vivace movimento popolare di protesta. L’opposizione nazionalista e indipendentista ha acquistato terreno, come fu dimostrato anche dalla delibera del Comitato per la decolonizzazione dell’O.N.U. che, il 15.8.1979, ha esplicitamente denunciato le condizioni coloniali di Puerto Rico, riaffermando il diritto dei portoricani alla piena indipendenza.

M.Ti.

Pugliese, Rocco

N. a Palmi (Reggio Calabria) nel 1898, m. nel penitenziario di Santo Stefano nel 1930; studente, Militante socialista, aderì al Partito comunista fin dalla sua fondazione e ne fu il più intransigente rappresentante nel circondario di Palmi, temuto dai fascisti per il suo coraggioso spirito di lotta.

Quando nell’agosto 1925 si ebbero a Palmi disordini, nel corso dei quali restò ucciso un fascista (sembra da altri fascisti che intendevano uccidere Leonida Repaci e Pugliese stesso), fu arrestato con un gruppo di compagni. Processato davanti al Tribunale speciale dopo 3 anni e mezzo di detenzione preventiva, il

26.6.1928 venne condannato a 24 anni di reclusione.

[...]

[...]ali restò ucciso un fascista (sembra da altri fascisti che intendevano uccidere Leonida Repaci e Pugliese stesso), fu arrestato con un gruppo di compagni. Processato davanti al Tribunale speciale dopo 3 anni e mezzo di detenzione preventiva, il

26.6.1928 venne condannato a 24 anni di reclusione.

Durante il processo mantenne un comportamento particolarmente fiero e aggressivo, che i fascisti decisero di fargli pagare. Recluso nel carcere di Santo Stefano, fu sottoposto a vessazioni di ogni genere finché, una notte, dopo avergli buttato sulla testa una coperta, un gruppo di guardie Io uccisero a bastonate. Le sue grida disperate vennero udite a lungo dai compagni di pena (fra i quali Sandro Porti ni, Mauro Scocci mar ro, Umberto Terracini) che, chiusi nelle altre celle, nulla poterono fare per aiutarlo.

L’emozione per il barbaro assassinio fu enorme fra i detenuti che

813



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 339

Brano: [...]are informazioni sui compagni, per quanto sottoposto a torture e maltrattamenti. Fu impiccato ad Aghion il 23.1.1944.

Ventotene

Isola al largo del golfo di Gaeta (a circa 50 km dalla costa), con una superficie inferiore a 1,5 kmq e una popolazione di circa 500 abitanti, il comune di Ventotene fa parte amministrativamente (dal 1934) della provincia di Latina, dal cui capoluogo dista 152 km. Allo stesso comune è annesso il vicino isolotto di Santo Stefano, fino al 1965 sede di un penitenziario e ora disabitato.

Cenni storici

Già dall’antichità Ventotene fu destinata a luogo di residenza coatta. L’imperatore Augusto vi confinò sua figlia Giulia. Col crollo dell'impero romano, Ventotene e Santo Stefano (che allora possedevano una ricca vegetazione boschiva, oggi totalmente scomparsa) divennero per secoli rifugio di predoni e poi base d'approdo della flotta saracena, il che costrinse gli abitanti alla fuga. Dopo essere rimasta per circa duecento anni disabitata, l'isola tornò ad avere una popolazione stabile sotto il governo dei Borboni di Napoli. A partire da quello stesso periodo tornò a essere utilizzata come luogo di relegazione coatta per confinati politici e ciò continuò sotto il Regno d’Italia dal 1861.

Nel 1898, Francesco Cafassi scriveva su “L'Almanacco socialista”: « L’infermeri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 520

Brano: [...] confinati politici. Ma l’amore per la madre vecchia e sola e il ricordo struggente del padre morto tanto prematuramente resteranno per Pertini, fino alla fine, un motivo morale altrettanto valido quanto quello che scaturiva dalla sua scelta politica.

Dal carcere di Regina Coeli a Roma, ove era stato tradotto dopo l’arresto avvenuto a Pisa per le esigenze del processo dinanzi al Tribunale speciale, Pertini venne trasferito al penitenziario di Santo Stefano, de

stinato agli ergastolani, in cella di isolamento. In quel carcere, che era stato di Luigi Settembrini e, poco tempo prima, di Umberto Terracini, Pertini trovò tra gli altri oppositori al fascismo Mauro Scoccimarro e Tito Zaniboni. Le durissime condizioni, subite per due lunghi anni e rese preoccupanti per le condizioni di salute del detenuto, non fiaccarono mai Pertini né piegarono la sua volontà di sopravvivere e di resistere.

Trasferito il 10.12.1931 (anche per l’eco delle \ proteste e delle manifestazioni di solidarietà organizzate aH’estero) dal penitenziario di Santo Stefano al[...]

[...]Umberto Terracini, Pertini trovò tra gli altri oppositori al fascismo Mauro Scoccimarro e Tito Zaniboni. Le durissime condizioni, subite per due lunghi anni e rese preoccupanti per le condizioni di salute del detenuto, non fiaccarono mai Pertini né piegarono la sua volontà di sopravvivere e di resistere.

Trasferito il 10.12.1931 (anche per l’eco delle \ proteste e delle manifestazioni di solidarietà organizzate aH’estero) dal penitenziario di Santo Stefano alla casa penale di Turi destinata a detenuti gravemente sofferenti, dopo una lunga e dura traduzione passata per il carcere^ del Carmine di Napoli e per altre prigioni, Pertini trovò a Turi, tra gli altri antifascisti, Antonio Gramsci. Destinato a Pianosa/nei primi mesi del 1932, ivi apprenderà e piangerà la morte del suo maestro Filippo Turati (29.3.1932).

A Pianosa, salvo brevi parentesi a Portoferraio per subirvi un ingiusto processo quale imputato di oltraggio, Pertini trascorrerà gli ultimi tre anni e mezzo della detenzione dovuta alle condanne inflittegli dai tribunali fascisti.

[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 564

Brano: [...]onte Cassio, Fornovo, Collecchio)

che dovevano assicurare il transito delle truppe e dei rifornimenti. Innumerevoli furono, in tutta questa zona, le azioni e i combattimenti, susseguitisi con poche interruzioni dal settembre 1943 fino alla Liberazione. Forti le perdite del nemico. Tra i partigiani, su 11.438 combattenti, ne caddero 694 e molte centinaia furono i feriti.

^Tra le azioni più importanti si ricordano: gli attacchi ai presidi di Santo Stefano d'Aveto (29.1.1944) e Santa Maria del Taro (14.2); l’eliminazione del presidio di San Lorenzo in vai d’Aveto (2.3); il sabotaggio con cariche di esplosivo alla caserma del presidio di Santo Stefano e l’assalto al convoglio ferroviario di Valmozzola (13.3); l’assalto ai presidi di Borzonasca (19.5), Santa Maria del Taro (20.5), Bedonia (25.5); l’assalto a Corniglio

(14.6), che portò alla cattura di 50 nazifascisti, a Neviano degli Ardui



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 341

Brano: [...] il 2 agosto, l’ispettore generale di P.S. Li Voti rilevava che a Ventotene « finora nulla si è ottenuto ».

In tale situazione, alcuni confinati (tra cui Oliviero Natali) morirono per denutrizione, finendo nel cimiterino di Punta Eolo, ma nessuno potrà mai sapere come sarebbe finita per tutti se, nel luglio 1943, non fosse caduto il fascismo.

Il 22 luglio, aerei alleati in perlustrazione fecero cadere qualche bomba sul postale in arrivo da Santo Stefano, fortunatamente senza colpirlo. Un proiettile cadde sulle rocce deH’isolotto, a poche decine di metri dall 'edificio di pena, provocando un notevole panico, sicché il Guida si affrettò a disporre che, durante la notte, le porte dei cameroni della “città confinaria” non fossero più sprangate. Così, a ogni allarme, i confinati potevano uscire, se lo volevano, e rifugiarsi entro le caverne dette di Santa Candida (una serie di antichissime grotte, pare scavate dagli ausoni, un popolo proveniente dall'Appennino laziale un migliaio danni prima dell’era cristiana).

Il 24 luglio gli aerei alleati [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 551

Brano: [...]izzatori della lotta partigiana nella regione, diventando poi comandante della Brigata istriana “Vladimir Gortan”.

Verso la metà di settembre del 1943, comandò la II Brigata istriana che liberò Capodistria e Isola d’Istria, rimettendo in libertà 200 prigionieri politici italiani, croati e sloveni detenuti nel carcere capodistriano. Guidò personalmente il Battaglione “Budicin” nelle più impegnative azioni: la conquista del presidio fascista di Santo Stefano al Quieto, la distruzione della guarnigione fascista di Draga di Moschiena presso Laurana, l'attacco al bacino carbonifero di AlbonaArsia, gli attacchi ai convogli tedeschi sulla linea FiumeTrieste, le operazioni in Slovenia e nel Gorski Kotar nella campagna invernale 194445, la liberazione dell’lstria nel maggio del 1945.

Per i meriti acquisiti durante la lotta partigiana, è stato insignito del titolo di “Eroe del popolo”.

Bibliografia: G. ScottiL. Giuricin, Rossa una stella, Rovigno 1975.

G.Sco.

Siviero, Luigi

N. a Bottrighe (Rovigo) Il 18.10. 1898; operaio.

Membro di un’o[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 437

Brano: [...]i a Genova, fu arrestato a Milano e il 2 dicembre venne assegnato al confino neN'isola di Favignana per 5 anni. Ma il 22.1.1927 fu raggiunto da un mandato di cattura della magistratura milanese, tradotto nel carcere di San Vittore e deferito al Tribunale speciale nel noto “processone” (v.). Condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione (dei quali, 4 anni e 6 mesi da trascorrere in segregazione), scontò la prima parte della pena nei penitenziari di Santo Stefano e di Lucca. Nel

1932, scontata la segregazione, fu tradotto a Padova e infine a Civitavecchia (v.), dove rimase fino al

19.2.1937. Scarcerato anticipatamente per amnistia, fu confinato a Ponza (v.).

Se già a Civitavecchia era stato uno dei più attivi “docenti” della cosidetta “università del carcere”, a Ponza Scoccimarro fece parte del vertice più ristretto, rigorosamente ligio all’osservanza di tutte le opzioni sovietiche in materia di strategia e tattica del movimento operaio internazionale. Questa rigidità lo schierò a lato di Pietro Secchia e della maggioranza del gruppo dirigent[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 321

Brano: [...] protratta a lungo. Se ne ebbe subito conferma con lo sbarco a Salerno. Da Palermo, uomini dell'O.S.S. furono quindi inviati a occupare l'isola di Ventotene per installarvi fari di segnalazione in vista di un progettato lancio di paracadutisti nelle vicinanze della Capitale (v. Armistizio e difesa di Roma), L’operazione di Ventotene fu compiuta senza fare ricorso alle armi.

Oltre a Ventotene, l’unità palermitana dell'O.S.S. occupò le isole di Santo Stefano, Ischia e altre vicine, liberando tutti i prigionieri politici che il fascismo aveva relegato a lunghi anni di confino. Elementi della stessa unità O.S.S. procedevano intanto in avanscoperta davanti alle forze della V Armata U.S.A.. Fra questi erano numerosi volontari italiani e, tra questi, si ebbero i primi caduti della lotta che avrebbe sconvolto l’Italia nel 194445.

Da Palermo, una seconda unità dell'O.S.S. fu tempestivamente inviata a Brindisi, dove il governo Badoglio aveva provvisoriamente stabilito il proprio quartiere generale. Qui vennero concertati i termini di una collaborazion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 426

Brano: [...]austo De Sanctis e Zelindo De Luigi, che erano stati ugualmente arrestati nel corso delle indagini, vennero prosciolti in istruttoria.

Il 24.3.1928 fu invece condannato dal Tribunale speciale a 5 anni di reclusione il noto antifascista romano Vincenzo Baldazzi (v.), reo di aver inviato un aiuto di 300 lire alla madre di Lucetti che con l’arresto del figlio era rimasta priva di ogni sostegno.

Dopo aver trascorso 15 anni nel penitenziario di Santo Stefano, alla caduta del fascismo il Lucetti non fu liberato dal governo Badoglio e per uscire dal carcere dovette attendere l’arrivo degli angloamericani a Napoli. Portatosi all’isola d’Ischia per curarsi, alcuni giorni dopo rimase vittima di un bombardamento tedesco.

Gino Lucetti giustificò il suo attentato a Mussolini con le seguenti parole: « Ho pensato e meditato l’attentato un mese prima. Mi ci sono determinato riflettendo ai massacri che avvennero a Torino nel l’ottobre 1922 per opera dei capi fascisti di quella città.

In quell’epoca ero a Marsiglia, dove ero dovuto finire per sottrarmi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 125

Brano: cando il presidio fascista di Portole e poi annientando la guarnigione di Santo Stefano. Nel combattimento cadde il commissario della 3a Compagnia Riccardo Daveggia.

Durante il mese di giugno nuovi volontari italiani confluirono nella « Compagnia Rovignese » che faceva parte del 2° Distaccamento partigiano di Pola ed era comandata dal capitano Marini. Questa formazione, che il 15 giugno fu tra l’altro protagonista di un attacco sulla strada DignanoRoveria, nel quale distrusse 4 autocarri più un’autoblindo e uccise 13 tedeschi, nell’ottobre 1944 venne anch’essa incorporata nel Battaglione « Pino Budicin ».

Intanto sul Monte Maggiore operava la « Compagnia Fiumana » costitui[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Santo Stefano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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